La Guida; Tecnica, Preparazione e Consigli

Indice:

  • Introduzione
  • Le Basi
  • Come vestirsi
  • Verifiche prima di partire e regolazioni
  • I comandi e loro usi
  • Le manovre e le situazioni
  • Cosa può modificare lo stile di guida
  • Consigli
  • I pericoli che ci circondano
  • Situazioni avverse
  • Corsi di guida sicura
  • Controlli elettronici, sono veramente necessari?
  • Fonti e bibliografia

Introduzione

La guida (indipendentemente da cosa si guida) viene determinata dalla tecnica di guida che influenza la fruibilità con cui si usa il mezzo e lo stile di guida, ma viene determinata molto anche dalla psiche, in quanto questa determina la corretta esecuzione della tecnica e l'approccio ai eventi avversi o meno della strada.
Risulta importante avere una buona tecnica e psiche (addestramento mentale) perché questo permette d'ottenere di più dal proprio mezzo e potersi divertire maggiormente, oltre ad ottenerne un maggiore controllo su di esso e le sue reazioni, andando così ad aumentare anche la sicurezza di guida.

Le Basi

Nella guida esistono molte leggi non scritte, che si rilevano estremamente utili e basilari per il suo uso corretto.

La moto va dove vanno gli occhi

Il nostro subconscio è molto determinante nella guida, per questo è importante guardare dove si vuole andare, perché il cervello riesce ad elaborare le immagini e tramite gli automatismi mentali ci fa percorrere la strada migliore per raggiungere il punto che visualizziamo, per questo è importante guardare dinanzi a se e a diversi metri davanti, perché se guarderemo poco oltre la ruota anteriore il cervello non riuscirà a pianificare il percorso da intraprendere, mentre guardando 100 metri dinanzi a se si riuscirà ad ottenere una guida più morbida/sinuosa, sicura ed efficace in modo del tutto istintivo, mentre nelle situazioni difficili sarà necessario guardare sulle vie di fuga perché se per evitare una macchina guardiamo la macchina stessa si rischierà più facilmente di andargli addosso, anzi sarà quasi certo.

Approccio alla guida

Il modo con cui si tiene/utilizza la moto, determina anche il tipo di utilizzo e atteggiamento ad essa.
Se si rimane sempre aggrappati/irrigiditi alla moto (come a diventare un unico corpo rigido), oltre a stancarsi più rapidamente si avvertiranno maggiormente le asperità dell'asfalto, le quali verranno assorbite in modo meno efficiente dalla moto, la quale oltre a diventare meno precisa risulterà anche più nervosa, quindi le braccia non devono essere tese e non si deve tenere la posizione in sella aggrappandosi al manubrio.
Se invece si ha un approccio attivo, dove il guidatore è saldo alla moto, ma allo stesso tempo l'assiste accompagnandone alcuni movimenti, utilizzando anche posizioni sollevate dalla sella, come se le gambe e braccia fungano da sospensioni tra il guidatore e la moto si riesce ad avere un mezzo meno nervoso e capace di affrontare meglio le diverse situazioni, difatti è la tecnica utilizzata nel mototrial ed in parte nella velocità, cross ed enduro, ma risulta estremamente dispendiosa d'energia e quindi stancante.
Se invece si ha un approccio rilassato/morbido, dove il guidatore è semplicemente seduto sul mezzo e ci si lascia trasportare, non ci si stancherà e non si avranno contraccolpi, particolari, mentre la moto pur non risultando nervosa non può affrontare sempre al meglio le diverse situazioni.

Il manubrio e la curva

I due elementi che permettono effettivamente di compiere le curve sono l'inclinazione del mezzo e il manubrio, mentre il corpo e la sua posizione in relazione al mezzo, sono necessari per il controllo del baricentro, per far si che il vettore forza dato dalla risultante di gravità e forza centrifuga rientri nella base d'appoggio, un'area delimitata agli estremi con i punti di contatto delle due ruote al suolo.
Per effettuare una curva si può girare il manubrio nella direzione della curva o fare l'opposto, la differenza si ha con il fatto che con il primo metodo si deve far inclinare la moto con il nostro corpo e poi sterzare, mentre con il secondo si può sterzare e successivamente la moto s'inclinerà e inizierà a curvare spontaneamente, un ulteriore differenza si ha nel fatto che il secondo metodo a seconda di quanto eseguito rapidamente richiede più o meno strada dal lato opposto, perché la moto prima di curvare si allargherà all'esterno, inoltre è una manovra che pur dando una maggiore naturalezza e stabilità nella guida in curva si applica male alle andature a bassissima velocità e non applicabile nei spostamenti da fermo
Per approfondire leggere il capitolo Le manovre e le situazioni.

Il controllo dell'ambiente

Bisogna far sempre mente locale di dove ci si trova e verificare/controllare tutto quello che ci circonda, in quanto l'ambiente può essere più o meno ostile e bisogna essere partecipi ad esso per evitare di subire gli eventi in modo passivo (leggere "I pericoli che ci circondano").

Come vestirsi

Il vestiario è importante sia per una questione di sicurezza, sia per una questione di comfort che psicologico, infatti il capo d'abbigliamento se non si adatta alle situazioni di guida può risultare estremamente fastidioso e creare distrazioni, inoltre può conferire una maggiore o minore sicurezza alla guida, riducendo o meno la preoccupazione per un eventuale caduta.

Abbigliamento base

Per la guida in moto è d'obbligo e sensato utilizzare il casco, mentre per quanto riguarda il resto degli articoli tecnici, dipende tutto dalle situazioni, di base si dovrebbero utilizzare dei jeans lunghi (non sono ammessi i modelli strappati o lunghi fino al ginocchio) e un giubbetto da moto a maniche lunghe (non è assolutamente ammessa la canottiera), anche sprovvisti di protezioni rigide, questo perché in caso d'incidente evitano le abrasioni ed eventualmente l'esposizione delle eventuali fratture, riducendo drasticamente le conseguenze negative, mentre per quanto riguarda i guanti questi andrebbero usati se in caso di caduta si porgono per riflesso le mani avanti, altrimenti possono essere evitati (non tutti tendono a portarsi con le mani avanti ed esporle così all'abrasione), anche se sono sempre consigliati, anche per evitare che entri l'aria nel giubbetto, il quale per questo motivo va infilato sotto al guanto, invece le scarpe devono essere del tipo chiuso (non sono assolutamente ammesse infradito) e assicurarci che i lacci delle stesse non possano interferire con le leve, pedali e altri organi della moto.

Abbigliamento avanzato

Per quanto riguarda l'abbigliamento più tecnico, questo è preferibile per chi tende ad usare molto la moto ed eventualmente ha la possibilità di sfruttarla appieno, infatti in questo caso l'abbigliamento di base potrebbe risultare troppo limitato e si devono utilizzare capi muniti di protezioni alle articolazioni, quali spina dorsale, gomiti, ginocchia, fianchi, mani e piedi, in quanto rappresentano i punti più esposti ad urti e potenzialmente soggetti a fratture, il che non obbliga ad utilizzare una tuta da corsa in pelle di canguro estremamente contenitiva, ma sono sufficienti anche capi dall'aspetto più comune.
Infatti si possono utilizzare i pantaloni in kevlar munito d'imbottiture o giubbotti quattro-stagioni in tessuto (corda) sempre munito di protezioni, i guanti risultano molto più importanti, ma anche in questo caso non è obbligatorio utilizzare un guanto in pelle con rinforzi metallici, ma si possono utilizzare anche guanti in semplice pelle oppure in corda con rinforzi plastici, per quanto riguarda gli stivali/scarpe anche in questo caso non devono essere per forza alti fino al polpaccio e in materiale rigido, ma devono almeno avvolgere la caviglia e possono essere realizzati anche in tessuto, l'importante è che in questi casi il capo d'abbigliamento sia ben adesso, infatti le protezioni non devono avere grado di libertà in quanto altrimenti perderebbero la loro efficacia o risulterebbero addirittura dannose, in alternativa ad alcuni capi tecnici specifici è possibile utilizzare una corazza/corpetto tecnica.

Abbigliamento per uso professionale

Invece per quanto riguarda l'esclusivo uso in pista andrebbe utilizzato il materiale tecnico specifico, non solo perché generalmente obbligatorio, ma anche perché permette un livello di protezione più elevato, ma anche in questo caso non vi è l'obbligo della tuta integrale in pelle di canguro e munita di gobba aerodinamica, ma è sufficiente anche una tuta a due pezzi in pelle bovina traforata o meno, con relativi guanti e stivali, quest'ultimi possono essere sopra o sottotuta, quelli sottotuta permettono una migliore aerodinamicità e non hanno problemi d'infiltrazione d'aria; inoltre gli stivali si differenziano anche tra rigidi (non danno la possibilità di muovere il piede), morbidi ( creati in materiale come la pelle ed hanno la zona della caviglia più morbida, permettendone l'articolazione) e articolati (stivali rigidi che permettono solo un movimento naturale della caviglia).
L'abbigliamento deve essere molto aderente e contenitivo e deve esserlo in modo costante lungo tutto il corpo, ponendo una maggiore contenimento alle zone periferiche e evitare lacci contenitivi, per evitare che si verifichi una cattiva circolazione, che può portare ad intorpidimento della zona, evenienza che si verifica anche in caso di capi eccessivamente costrittivi, questo costringe in molti casi a ricorrere a capi preparati su misura e per alcuni anche seguire un regime alimentare controllato.

Verifiche prima di partire e regolazioni

Per una guida in sicurezza è fondamentale eseguire una corretta manutenzione del mezzo, quale la verifica periodica del livello dei liquidi, della pressione delle gomme e del loro stato, sull'efficienza delle sospensioni, dei freni e degli altri organi meccanici ed organi di comando in generale, che possono richiedere anche determinati giochi di funzionamento ed adattarli alle proprie esigenze, per tutto questo è utile leggere il manuale d'uso e manutenzione del proprio mezzo.

Se possibile bisogna far in modo che i vari comandi permettano un ergonomia migliore, come polsi in posizione neutra, braccia e gambe leggermente inclinate, in modo da evitare torpori e dolori alle articolazioni e arti, per quanto riguarda le sospensioni bisogna evitare gli estremismi e in particolar modo l'eccessiva rigidità, in quanto porta a non far lavorare le stesse, portando a perdere feeling alla guida, inoltre anche l'altezza della moto (anteriore e posteriore) non deve essere stravolta, ma opportunamente modificata se necessario, tramite piccoli e successivi passi.

Un altro punto da tenere in mente è l'eventuale presenza o uso di parti che devono essere rodate o ravvivate, le quali non possono essere ancora usate a pieno e che richiedono un periodo di trattamento più o meno lungo, che generalmente viene indicato dal costruttore o sul manuale d'uso e manutenzione, un componente che può andare in contro più volte a questa problematica è il pneumatico il quale se non usato tende a formare una leggera patina dura, la quale si rimuove nel giro di un determinato chilometraggio.

I comandi e loro usi

La moto presenta diversi comandi, che sono collegati a determinate fasi di guida, il loro uso corretto sarà quindi determinante per una guida migliore.

Freno

La maggiore potenza frenante si ha con il freno anteriore (ad eccezione di alcune particolari tipologie di moto) e costituisce il freno principale, mentre il freno posteriore costituisce principalmente un organo di controllo o risultare utile in caso di moto piegata, in quanto in caso di bloccaggio tende a destabilizzare meno la moto e quindi lo rende preferibile in tali situazioni.
La frenata può essere più incisiva quando si percorre una traiettoria rettilinea, quindi quando si è perfettamente perpendicolari con l'asfalto, mentre in curva si potrà richiedere molta meno forza ed in caso di frenata d'emergenza è necessario raddrizzare la moto mentre s'inizia la frenata, stessa situazione sulle strisce stradali o in condizioni climatiche avverse, che riducono l'aderenza, inoltre in caso di blocco della ruota anteriore è obbligatorio smettere di frenare ed è preferibile rilassarsi sulla moto, perché in questo caso la moto tende a riprendere più facilmente l'aderenza soprattutto sul dritto e ad alta velocità (l'effetto giroscopico favorisce la stabilità), inoltre nella maggior parte dei casi, soprattutto per le moto stradali, il freno posteriore tende ad essere troppo energico per un uso ottimale, per questo è necessario eseguire i controlli del caso.
La frenata va quindi eseguita principalmente con il freno anteriore, il quale deve essere azionato gradualmente (si può comunque sia azionare rapidamente, ma sempre con una certa progressione) in quanti altrimenti per via del ridotto carico a livello della ruota anteriore, questa si può bloccare, mentre frenando gradualmente si ha un progressivo trasferimento di carico che evita il suo bloccaggio in quanto questo schiaccia la ruota a terra e ne aumenta la tenuta, per lo stesso motivo è consigliabile alzare/sollevare il busto (freno aerodinamico e maggior trasferimento di carico) e spingere sui semimanubri/manubrio, inoltre in caso di frenata energica, dove si ha un importante trasferimento di carico è bene evitare il freno posteriore, in quanto può troppo facilmente bloccare il retrotreno e destabilizzare il mezzo, portandolo ad intraversarsi.

Frizione

Questo comando deve essere ottimamente regolato, in modo da permettere il disinserimento del motore e permettere una buona modulabilità nell'azionamento, permettendo di partire agevolmente e cambiare ottimamente le marce, inoltre può essere utile azionare anche parzialmente la frizione in caso di frenata, soprattutto se si scalano velocemente le marce portando il motore su di giri, in quanto si riducono le forze trasmesse dal motore alla ruota e si ha un effetto del tutto simile a quella di una frizione antisaltellamento, per lo stesso motivo è preferibile anche tenere leggermente accelerato il motore.

Acceleratore

L'acceleratore deve essere usato con parsimonia in diverse situazioni, in quanto determina la risposta del motore il quale può portare a scomporre il mezzo, in particolare bisogna far attenzione durante la partenza e in curva, infatti in quest'ultimo caso a moto piegata si ha una trazione minore e risulta facile perdere aderenza, per questo l'apertura del comando va azionato in modo progressivo.
Inoltre in modo analogo ma opposto rispetto al freno, con l'accelerazione maggiore (motore al regime di maggior coppia) si ha un trasferimento di carico al posteriore, il che può indurre all'impennata, evento che riduce la stabilità del mezzo e può portare al ribaltamento, per ridurre tale fenomeno è importante riuscire spostare il peso in avanti e ridurre tale evenienza ed eventualmente parzializzare l'acceleratore.

Le manovre e le situazioni

Durante l'uso della moto si verificano diverse situazioni:

Spostamenti da fermo

Lo spostamento deve essere agevole, deve essere eseguito a moto quasi dritta e la si può anche appoggiare al proprio fianco, in modo da non sentire il suo peso e poi utilizzare il manubrio per spostare la moto, alcune motociclette hanno angoli di sterzo ridotto, il che obbligherà ad usare più movimenti o ad inclinare maggiormente la moto.

Partenza e fermata

Quando ci si appresta a fermarsi o si parte è importante tenere il manubrio dritto, perché altrimenti si avrà il mezzo che tende a sbilanciarsi e in casi più estremi portare alla caduta, inoltre in caso di partenza è bene evitare di tenere il motore su di giri e/o azionare rapidamente la frizione, in quanto si può andare incontro ad impennata o spegnimento della moto.

La curva

La curva è composta essenzialmente da tre fasi, che inizia con la frenata e termina con l'accelerazione, ovviamente questi accorgimenti vanno calibrati in base alle situazioni, in quanto è inutile andare ad esasperare tali manovre in ambito urbano, dove invece è più importante avere il controllo per invertire o modificare l'impostazione, mentre in ambito agonistico è importante avere la migliore e più specifica impostazione possibile.

In caso di curve a raggio molto ridotto In caso di curve ad ampio o medio raggio
  • L'inserimento
    Rappresenta la parte iniziale e comprende la frenata ed il sui rilascio graduale durante la sterzata (verso la curva) e piega, che ci porterà al centro curva, in questo caso per massimizzare la capacità di svolta si dovrà far inclinare maggiormente la moto rispetto al guidatore, andando a spingere con il piede interno alla curva, inoltre bisogna spingere con la coscia esterna verso l'interno curva, durante l'inclinazione del mezzo il manubrio viene spinto in direzione della curva. La gestione della frenata prevede sia la sua progressiva riduzione, sia un suo spostamento della stessa verso il retrotreno, il che permette sia d'evitare l'eccessivo caricamento dell'avantreno (e riducendo il rischi di chiusura dello sterzo) che di frenare con maggiore sicurezza e versatilità.
  • La percorrenza
    Costituisce la situazione di centro curva, dove la moto arriva al suo angolo massimo di piega e va eseguita principalmente a moto neutra (senza l'uso del freno o dell'acceleratore se non in misura minima e con una soluzione di continuità tra inserimento e uscita curva), in quanto così facendo si ha una maggiore stabilità del mezzo, eventualmente è possibile gestire la curva tramite un leggero azionamento del freno posteriore che porta a stringere maggiormente la curva, eventualmente se il mezzo ha reazioni scomposte alle riaperture dell'acceleratore è possibile mantenere l'acceleratore leggermente azionato e al contempo frenare con il posteriore per compensare.
  • L'Uscita
    Questa fase è caratterizzata dal raddrizzamento del mezzo sia rispetto all'asfalto, sia rispetto al guidatore tramite la spinta con il piede esterno alla curva e spingendo con la coscia interna verso l'esterno curva, con l'apertura graduale e continuo dell'acceleratore (il che facilita la svolta della curva) da poco oltre metà curva, inoltre bisogna continuare a spingere su pedane e manubrio e mai aggrapparsi a quest'ultimo, perché è proprio in queste fasi e con questo comportamento il momento in cui s'innesca la sbacchettata.
  • L'inserimento
    Rappresenta la parte iniziale e comprende la frenata ed il sui rilascio graduale durante la sterzata (opposta alla curva) e piega, che ci porterà al centro curva, in questo caso si può spostare i fianchi più interni rispetto alla curva (soprattutto se la curva dura molto), andando a spingere sulla pedana esterna ad inizio della frenata (sfruttando l'inerzia data dall'azione frenante) per poi rimanere appesi al mezzo grazie alla gamba esterna ed eventualmente allargare la gamba interna (freno aerodinamico) e tenere il piede appoggiato sulla pedana con la punta (per evitare che rimanga intrappolato sotto alla moto).
  • La percorrenza
    Costituisce la situazione principale della curva, dove la moto arriva al suo angolo massimo di piega e va eseguita principalmente a moto neutra (senza l'uso del freno o dell'acceleratore se non in misura minima e con una soluzione di continuità tra inserimento e uscita curva), in quanto così facendo si ha una maggiore stabilità del mezzo, permettendoci di accentuare lo spostamento di carico dato dal corpo andando a portare il busto (spalle) più interno, per far ciò è prima necessario lasciare il comando del freno e successivamente far girare la mano in avanti sulla manopola, per evitare blocchi articolari e facilitare il movimento.
  • L'Uscita
    Questa fase è caratterizzata dal raddrizzamento del mezzo e l'apertura graduale e continuo dell'acceleratore (il che facilita la svolta della curva) da poco oltre metà curva, inoltre bisogna continuare a spingere su pedane e manubrio e mai aggrapparsi a quest'ultimo, perché è proprio in queste fasi e con questo comportamento il momento in cui s'innesca la sbacchettata ed è fondamentale prima riportare il busto dritto e poi i fianchi preferibilmente durante i cambi marcia e spingendo con il piede interno.
Pregi: È l'unica tecnica che permette l'esecuzione di curve molto strette senza scendere dal mezzo
Difetti: Si raggiunge molto velocemente il limite esterno del battistrada, rendendo la tecnica inadatta a curve veloci
Massimi esponenti: Corsi di addestramento delle abilità motociclistiche della polizia Giapponese e Americana (Police Motorcycle Skills Training)
Pregi: Massima stabilità nelle curve veloci
Difetti: Richiede un raggio minimo e per tale motivo non permette l'esecuzione di curve strette
Massimi esponenti: Piloti delle varie competizioni motociclistiche di velocità

Esiste una condizione intermedia, dove l'uso di una o l'altra tecnica risulta equivalente, questa condizione è variabile in base alle personali abilità del guidatore, alle caratteristiche del mezzo ed alle condizioni stradali.
Al contempo si possono eseguire queste manovre anche senza dover spingere e spostarsi sulla moto e avere così una guida più elegante, quindi anche evitare ogni torsione del busto un queste fasi o far inclinare maggiormente/meno la moto rispetto al corpo, in quanto possono provocare indolenzimenti alla schiena, causa maggior uso dei muscoli del busto.

Lo scarto o sterzata d'emergenza

Può capitare, soprattutto in ambito cittadino che un ostacolo si pari dinanzi a noi e non sia possibile arrestare il mezzo in sicurezza, in questo caso se permane uno spiraglio in cui indirizzare il mezzo si può effettuare la sterzata d'emergenza e scartare il pericolo.

  • effettuare il controsterzo (volgere il manubrio in direzione dell'ostacolo) in modo marcato per far inclinare il più possibile e velocemente il mezzo.
  • richiamare lo sterzo e ruotarlo dall'altra parte per effettuare velocemente il cambio di direzione ed evitare l'ostacolo.
  • superato il rischio d'impatto, accentuare la rotazione del manubrio per invertire l'inclinazione e la direzione, evitando così di finire sulla corsia opposta o al di fuori della carreggiata.

Posteggio

Per posteggiare in pianura non ci sono accorgimenti particolari da prendere se non utilizzare il cavalletto e nel cao di terreni cedevoli usare un piattello/basetta per cavalletti, mentre in caso di strada inclinata la moto può essere parcheggiata in salita se si riesce ad utilizzare correttamente il freno posteriore insieme all'acceleratore o se il freno anteriore riesce a frenare la moto senza far slittare la ruota anteriore, inoltre si deve inserire la marcia più corta, lasciare leggermente scorrete la moto in discesa e sentire il motore che tiene ferma la moto o la frena, poi abbassare il cavalletto ed eventualmente porre un cuneo dietro la ruota, in quanto così facendo la moto sarà più stabile, infatti parcheggiando in discesa c'è il rischio che la moto si scavalletti (in caso di pendenze elevate), altrimenti se il posteggio in salita risulta poco pratico, si può parcheggiare il mezzo in modo perpendicolare o inclinata di qualche grado all'inclinazione stradale, in modo da ridurre ulteriormente la possibilità di scorrimento della moto, ma andando così ad aggravare maggiormente sul cavalletto e rischiando di far ribaltare la moto.

Cosa può modificare lo stile di guida

Durante la guida si possono verificare situazioni che possono modificare le nostre percezioni e sensazioni di guida:

Guidare con il vento laterale forte

Questa situazione è molto fastidiosa perché oltre a sentirsi spinti di lato si modifica anche la stabilità del mezzo, il quale avvertirà maggiormente tale forza ad andature ridotte, tendendo ad inclinarsi/spostarsi di lato, mentre con l'aumento della velocità di percorrenza si ha l'aumento dell'effetto giroscopico delle ruote e di conseguenza la moto quasi non risente più dell'influenza del vento.

Tipologia di manto stradale

Il manto stradale è importante per la guida, infatti se si percorre un manto perfetto, quindi senza imperfezioni, pulito, con la giusta composizione di grana (per un alto piacere di guida è preferibile la grana media) e bitume nuovo (strada appena asfaltata e quindi di colore molto scuro) e con l'inclinazione ottimale della strada (le curve sono pendenti verso l'interno e le sezioni dritte sono livellate), si hanno ottime sensazioni di guida, anche con assetti della moto non ottimali; Mentre nelle condizioni peggiori delle strade asfaltate, quindi con molte deformazioni/buche del manto stradale, con la presenza di sporco, composto con una grana fine o cedevole (che non permette di sfruttare il potere d'ingranamento dello pneumatico, caratteristica data dalla sua deformazione con l'asfalto), con un bitume non adeguato o vecchio (bitume mal distribuito o che ha perso spessore e quindi la strada risulta molto chiara, facendo diminuire il potere adesivo con il pneumatico) e con l'inclinazione non ottimale della strada (le curve sono pendenti verso l'esterno e le sezioni dritte sono pendenti e o cambiano pendenza e inclinazione più volte) si può avere una sensazione di guida non appagante anche con un assetto della moto improntato per tale tipologia di strada. Quindi da come si può ben capire è difficile valutare bene una strada senza percorrerla, in quanto esistono troppe variabili in gioco, di cui alcune non sono facilmente valutabili e sono presenti altre variabili non legate alla strada, come il clima che incidono sul piacere e sicurezza di guida.

Profilo dello pneumatico

Con alcuni pneumatici, in particolar modo quelli sportivi e in modo ancor più marcato quelli racing, il comportamento della moto diventa più reattivo e l'inclinazione della moto in curva può essere vincolata dalla forma stessa dello pneumatico, in quanto questi pneumatici non hanno una raggiatura costante del battistrada, ma hanno una zona centrale molto stretta e le zone laterali del battistrada molto inclinate e tendenzialmente piatte.

Consigli

Questi consigli sono utili in particolar modo per chi si affaccia al mondo delle due ruote e della guida in generale, in quanto non sempre chi si appresta ad iniziare un avventura con questi mezzi viene correttamente informato e addestrato, il che porta ad avere un elevato divario tra guidatori esperti e novelli.

Prendere una moto adatta

La moto ci deve permettere il controllo della stessa, quindi per chi inizia un percorso sulle 2 ruote deve evitare moto pesanti o eccessivamente pesanti per lui o professionistiche se non si ha alcuna conoscenza delle 2 ruote, questo sia perché oltre a rendere difficile l'apprendimento del mezzo e delle dinamiche fondamentali, si rischia di cadere più del necessario senza provare alcun piacere alla guida, rischiando solo d'allontanarsi dall'uso della stessa.

Due dita sempre pronte su freno e frizione

Quando si è nel traffico e non si è in accelerazione ma in percorrenza o si accelera in modo ridotto è consigliabile tenere sempre uno o due dita sulla leva del freno, per poter azionare in modo rapido e composto la leva e perché con l'uso di poche dita si ha un maggiore controllo della forza frenante di quanto si usa tutta la mano, in quanto altrimenti la leva risulta eccessivamente morbida e si tende ad azionare la leva per eccesso e bloccare la ruota.

Allo stesso modo tenere due dita sulla frizione è utile durante le fasi di rallentamento e fermata, in modo da poter azionare velocemente la frizione e ridurre gli eventuali strattonamenti dati da un funzionamento irregolare del motore.

In discesa usare il freno motore e poco i freni

Quando si deve affrontare una discesa lunga, si deve far in modo che il motore aiuti nel controllo della velocità di discesa, tramite l'uso di marce relativamente corte (da evitare comunque di tenere il motore oltre i 2/3 del regime massimo), evitando così di usare in modo continuativo il freno, in quanto oltre a consumarsi maggiormente e raggiungere temperature elevate sia delle zone d'attrito che del liquido freno, addirittura maggiori rispetto ad una frenata da alta velocità a 0 km/h, portando ai relativi ed eventuali problemi di spugnosità della leva e fading (ridotta risposta del freno per via del surriscaldamento), un altro consiglio è quello di sfruttare se presenti i brevi tratti di strada che vanno in salita o in pianura durante la discesa, in modo d'avere un maggiore tenuta in frenata.

Nello scalare la marcia usare la tecnica della doppia debraiata

Questo consiglio è utile per chi impiega molto tempo a scalare marcia, portando il motore al regime di minimo, infatti con l'uso di questa tecnica oltre a stressare meno il motore si ha anche un annullamento della scomposizione della moto dato dal repentino cambio di regime del motore, il quale viene trascinato dalla moto.

Affrontare un cambio di pendenza a velocità moderata

Questo comportamento è importante perché nel caso il cambio di pendenza sia in salita si rischia di portare le forcelle a finecorsa, risentire dell'impatto e destabilizzare il mezzo, in quanto non riuscendo più ad assorbire l'energia cinetica, questa si sfoga immediatamente portando anche ad una maggiore pressione i pneumatici e se presentano dei danni questi possono esplodere; mentre nel caso il cambio di pendenza sia in discesa si può avere un sollevamento del mezzo, fino al suo distacco dal suolo, portando momentaneamente a non controllare il mezzo e nel momento in cui si ritorna a toccare il suolo c'è il rischio di scomporsi.

Specchietti retrovisori

Questi strumenti devono essere regolati per permettere una visuale corretta dell'ambiente che ci circonda (in questo caso dietro la moto e noi guidatori) infatti permettono di vedere eventuali mezzi che si apprestano a superarci senza doverci voltare all'indietro, il che permette di ridurre i tempi di osservazione e ritornare velocemente a guardare avanti.

I pericoli che ci circondano

Queste considerazioni servono in particolar modo all'uso stradale, in quanto l'uso della strada pubblica espone a molti più rischi della guida su circuito o tracciato.

Entro i limiti (disciplina)

Durante la guida non si deve mai pensare di essere i padroni della strada (indipendentemente da cosa si guida) e che gli altri stiano al nostro servizio, perché è il modo migliore di fare un incidente, quindi vanno rispettati i limiti, in particolar modo la corsia (rimanere sempre nella propria corsia) e le intersezioni, in quanto sono le situazioni in cui si hanno le maggiori interazioni con gli altri, questo comportamento non solo conferirà una guida sicura, ma ci permetterà di rispondere meglio ai eventi della strada ed evitare di dover eseguire manovre correttive, risultando alla fine anche una guida più piacevole e appagante.

Pensare male si fa peccato ma a non farlo è peggio (automobilisti)

Durante la guida in città bisogna tenere in considerazione i guidatori dei mezzi a 4 ruote e più, in quanto non sempre sono diligenti alla guida, per questo bisogna pensare sempre all'eventuale situazione negativa che ci può provocare un danno, come il mancato o errato uso delle frecce direzionali, gli andamenti indecisi e dei comportamenti pericolosi alla guida (uso del telefono, giornale, radio, ecc.), inoltre bisogna evitare di effettuare gli errori di guida che valgono per tutti, come effettuare un sorpasso quando il mezzo che ci precede rallenta per far passare i pedoni sulle strisce, sorpassare velocemente durante una coda o un mezzo pubblico fermo alla fermata, in quanto ci può essere un pedone che sfrutta la situazione per attraversare la strada, un altra situazione e l'apertura rapida della portiera di un mezzo parcheggiato sul bordo strada, che nel caso dei motociclisti è particolarmente pericoloso. Per questo bisogna avere una percezione a 360° di quello che ci circonda, con una maggiore attenzione a ciò che ci precede, non limitandosi solo al primo ostacolo/guidatore, ma analizzando anche cosa succede più avanti, perché solo così si riesce a rispondere a qualsiasi situazione, questo non solo per evitare l'ospedalizzazione, ma anche perché legalmente il motociclista ne esce sempre peggio in quanto mal considerato, anche se dal 2012 con la sentenza numero 33614 del 15 dicembre 2011 si ha un inversione di tendenza.

Pensare positivo ed essere concentrati (stare svegli)

Sembra in contraddizione a quanto detto prima, ma non è così, infatti in questo caso ci si riferisce al nostro stato d'animo, emozioni e pensiero (prospettive dei eventi in atto), infatti se si va in modo con il pensiero di cadere noi cadremo, se noi pensiamo di andare addosso ad un ostacolo, noi ci andremmo, perché con un pensiero negativo la nostra mente non elabora nessun piano di recupero alla situazione in corso, portandoci a subire gli eventi, per questo bisogna essere positivi, vedere la soluzione ed eseguirla, senza lasciarci impietrire dall'emozione di paura o agitazione, in conclusione si potrebbe dire che non si deve avere una risposta emotiva (spirito di sopravvivenza), in quanto questa non ci permette di ragionare/eseguire bene, così come non si deve avere una risposta troppo ponderata, in quanto in caso di bisogno/pericolo si devono eseguire le azioni rapidamente ed il pensiero è un attività lenta, per questo la risposta deve essere il più possibile istintiva, ma quest'istinto deve essere addestrato e apatico (in quanto altrimenti risulta addirittura deleterio) e si devono fare molte considerazioni alla guida.
Per fare un esempio nel caso si stia percorrendo una strada rettilinea e questa presenta un intersezione a raso cieca con una strada di minore importanza, chi viene da quella strada prima d'immettersi si deve fermare allo stop, ma mentre percorriamo questa strada dobbiamo analizzarla sulle sue caratteristiche fisiche (quindi sullo stato della strada) e sulla sua viabilità (chi sono gli usufruitori e come si comportano, pedoni compresi), nel caso questa sia perfettamente sgombra e la si percorre ad andatura sostenuta, bisogna immaginare l'eventuale immissione scorretta da parte di un altro utilizzatore e determinare fino a quale punto si riesce a rispondere all'evento con il solo uso dei freni e nel frattempo prepararsi al loro utilizzo (due dita sul freno e preferibilmente senza accelerare) e da quale punto in poi possiamo solo evitare l'incidente con la schivata (in questo caso è possibile perché la strada è deserta) in quanto non si riuscirebbe a rallentare in tempo, se quest'ultima evenienza non è praticabile in sicurezza si deve preventivamente rallentare l'andatura, perché così nell'eventualità non si riesca a fermarsi in tempo si avrà un impatto meno traumatico, nel quale va ponderato preventivamente se risulta addirittura favorevole svincolarsi al mezzo (nel caso si guidi uno scooter è facile rimanere traumatizzati e bloccati dalla struttura dello stesso, in questo caso il manubrio).

Ostacoli improvvisi, frenare o sterzare

Quando si ha un ostacolo improvviso davanti a noi, si deve effettuare una valutazione molto rapida (il che è possibile solo con l'esperienza di guida e con un adeguata conoscenza del mezzo che si guida), che ci permetta di valutare se si riesce a fermarsi prima dell'ostacolo o se si debba per forza di cose schivarlo, infatti se non si riesce a garantire l'arresto del mezzo prima del pericolo e si ha una buona visuale dell'ambiente circostante è preferibile schivare da subito l'ostacolo per evitare di scomporre eccessivamente il mezzo, ma se l'ostacolo si presenta in una condizione di scarsi spazzi di fuga o non è possibile valutare correttamente cosa si presenta dopo di esso è preferibile iniziare la frenata per ridurre la velocità e poi schivare l'ostacolo.

Tipologia di curva, curva cieca o aperta?

La struttura stradale è importante, perché a seconda di quanta strada possiamo vedere si può avere o meno un determinato comportamento o sicurezza alla guida, in quanto in presenza di curve cieche non si possono valutare eventuali mezzi in entrambi i sensi o corsie, così come di ostacoli e nel caso di strade poco praticate dello stato del manto stradale, quindi in questa tipologia di curva si deve attuare una guida prudente in quanto non sono correttamente valutabili i rischi della strada.

Situazioni avverse

Nella guida in moto possono verificarsi diversi inconvenienti, che possono essere sintetizzati in questo modo:

Perdita al retrotreno e effetto pendolo

Quando vi è una perdita di tenuta alla ruota posteriore, questa tende a portarsi all'esterno, la causa che può essere un accelerazione eccessiva l'uso del freno posteriore, se viene eliminata repentinamente porta ad un improvvisa ripresa d'aderenza e scatenare l'effetto pendolo il tutto viene amplificato se si controsterza, con la caduta al lato opposto o con il rischio d'essere disarcionati e scaraventati in aria (highside), per evitare ciò bisogna ridurre gradualmente l'acceleratore o il freno e lasciare l'anteriore libero di muoversi e nell'evenienza raddrizzare la moto di peso, il che può far recuperare la situazione, altrimenti è preferibile far inclinare maggiormente la moto e continuare ad accelerare, in modo da cadere in modo quasi indolore.

Sbacchettata

Si genera in tutti quei casi in cui si alleggerisce l'anteriore e il guidatore si aggrappa ai manubri (perché non tirerai mai in modo uniforme entrambi i semimanubri), inoltre si può verificare anche nel caso la ruota tocca con un carico poco costante sull'asfalto, soprattutto se questo ha una superficie irregolare. In questi casi se l'assetto è regolare e la moto ha tutti i componenti funzionanti, solo la ruota anteriore subirà questi repentini cambi di direzione, se ci si aggrappa o contrasta, tutta la moto ne sarà vittima, quindi bisogna lasciarla sfogare, se si ha un ammortizzatore di sterzo può ridurre l'entità del fenomeno, più precisamente può ridurre la possibilità che questo s'inneschi.

Perdita avantreno

Si verifica soprattutto con il bloccaggio in frenata o quando si sterza in modo errato in piena curva o in accelerazione, nel caso del bloccaggio in frenata si può solo rilasciare il freno e far riprendere il giusto contatto e rotazione alla ruota, il tutto lasciando l'anteriore libero di muoversi, ovviamente il recupero è più difficoltoso in caso di piega e velocità ridotta, mentre la perdita in curva con o senza accelerazione, avviene per via di un carico o eccessivo o troppo ridotto dell'anteriore, facendo perdere aderenza allo pneumatico, il tutto si aggrava se si sterza girando la ruota verso l'interno della curva, la soluzione consiste nel ruotare correttamente lo sterzo (verso l'esterno della curva) e controllare il bilanciamento dei pesi e nell'evenienza raddrizzare la moto di peso.

Corsi di guida sicura

I corsi di guida hanno lo scopo di migliorare la tecnica di guida e la conoscenza sulle dinamiche della moto e di alcuni apparati (quali ABS, regolazioni, ecc), per questo sono molto utili per la guida quotidiana e in particolar modo per chi non ha particolare feeling con il mezzo, ma per quanto riguarda le situazioni d'emergenza questi corsi possono risultare poco efficaci, in quanto l'unica soluzione efficace per saper affrontare tali evenienze è quella di eseguirle ripetutamente e più volte l'anno in un ambiente sicuro e controllato, in quanto si permette sia di conoscere meglio le dinamiche di tali condizioni sia di testare le diverse soluzioni, senza incorrere nei inconvenienti/pericoli che normalmente comportano, mentre la periodicità di tali test sono utili per ricordare le tecniche di guida di tali situazioni, in quanto altrimenti verrebbero dimenticate o non verrebbero eseguite in modo automatico e non risulterebbero più utili o sufficientemente efficaci.

Controlli elettronici, sono veramente necessari?

Gli aiuti elettronici di sicurezza sono utili per la sicurezza, ma non sono un elemento di sufficienza per poter determinare una condizione di sicurezza alla guida, per questo qui di seguito si esporranno i vizi ed errori che si commettono nella valutazione sugli interventi di tali sistemi elettronici, che ti correggono l'errore, ma non rende il guidatore immune dalle avversità improvvise che si possono palesare durante il tragitto o alla spregiudicatezza della situazione di guida.

Per ottenere una corretta sicurezza nella guida in primis viene il guidatore, se questo non è istruito (corsi di guida sicura o allenamenti in spiazzi deserti, mettendo in conto anche qualche caduta) e non comprende l'ambiente che lo circonda e le situazioni di guida, può avere tutti gli aiuti elettronici esistenti, ma commetterà sempre errori, incorrendo di conseguenza in modo più probabile ad un incidente.
Anzi in molti casi la presenza degli assistenti di guida elettronici sono solo deleteri, in quanto infondono un senso di sicurezza assoluta e taluni soggetti tendono maggiormente a prestarsi ad un uso indiscriminato del mezzo, situazione che espone e induce ad un maggior numero d'incidenti.

Per poter usufruire in modo consono questi aiuti elettronici, bisogna conoscerli, sapere come funzionano, assicurarsi del loro funzionamento tramite le spie e le prove pratiche, oltre e soprattutto saper guidare egregiamente senza di essi, in quanto altrimenti si verifica la situazione che non è il guidatore a condurre il mezzo, ma è il mezzo a condurre la guida, il quale per forza di cose non può prevedere tutto, già solo per il fatto che non riesce a vedere oltre alle ruote e se dotato di radar la visione non va oltre a qualche metro ed in ogni caso non è assicurato il corretto riconoscimento di tutti gli attori della strada, oltre al fatto che in situazione di avaria di tali sistemi si ha l'assurdo che si verifica l'incidente perché non si è in gradi di guidare senza aiuti o adeguarsi per tale situazione.

Bisogna sottolineare come alcuni sistemi quali l'ABS può fare molto comodo ad evitare cadute da pinzate eccessivamente aggressive e nel caso della versione cornering anche a ridurre i dritti in curva durante una frenata, ma quanto manca l'aderenza sull'asfalto, come in caso di olio o fango a terra e soprattutto si è in condizione di piega, non si possono pretendere miracoli e la caduta è quasi una certezza, in quanto questi controlli elettronici correggono l'errore del guidatore, ma non possono generare aderenza dal nulla, inoltre non correggono alcuni errori come l'arrivo lungo in frenata o il non azionare con sufficiente forza il freno, di conseguenza si può verificare l'incidente, motivo per cui sono si i controlli sono utili, ma non garantiscono la guida in sicurezza e la prevenzione degli incidenti.
Concludendo, se in primis manca il guidatore le statistiche degli incidenti continueranno a peggiorare, anche a velocità ridicolmente contenute o anche in situazioni con margini enormi per la correzione, per questo il guidatore deve apprendere la dinamica della moto (tale apprendimento inizia con la bicicletta) e conoscere le proprie capacità e sapersi regolare di conseguenza, non delegare ad aiuti elettronici, perché un conto un aiuto che ti salva da una condizione improvvisa ed un conto un aiuto che ti salva continuamente perché non si è in grado di guidare adeguatamente.

Un esempio eclatante è il motomondiale, pur con l’introduzione degli aiuti elettronici sempre più efficaci, le cadute non sono diminuite ed anzi si arrivati all'assurdo che per guidare tali mezzi ci si debba affidare a tali aiuti e qualora uno di questi sistemi viene meno il pilota di turno cade in modo quasi certo, questo evidenzia come il mezzo non viene più concepito per essere intuitivo e necessiti di toppe elettroniche che ne permettano la guida.

Fonti e bibliografia

A Twist of the Wrist
motosprint.it: Guidare meglio, in sicurezza e più veloce la moto
Sicurmoto.it: Abbigliamento tecnico, Guida sicura e difensiva, Rapporti tra automobilisti e motociclisti e Sicurezza passiva
Incidente: moto impenna? Automobilista colpevole
Youtube: Simulazione incidente auto contro scooter e vari crash test con moto e quad
Lettera da parte di Sandro Dei Prt
Vittore Cossalter: "La dinamica della moto. Capirla aiuterebbe anche Valentino"

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